martedì 26 gennaio 2010

Post #13, giorno 23

Ieri notte, parlando con due ragazze Polacche molto simpatiche, ho scoperto che "si", nella loro lingua, si dice "no". Non nascondo che la cosa mi abbia lasciato un pochettino perplesso, e così mi è venuta in mente una storia. Eccola qua.

C'era una volta un paese. Non è importante dove, sappiate solo che c’era, questo paese.
E nella lingua locale di questo paese, la parola amore e la parola odio venivano scritte e pronunciate nello stesso modo.
Così, quando qualcuno si sentiva dire questa parola, non poteva mai essere certo se era amato o era odiato.
Col passare del tempo l’insicurezza nei rapporti sociali cresceva, e gli abitanti del paese passavano la maggior parte del tempo isolati, chiusi nelle loro case e senza scambiare parola con nessuno. La situazione divenne così drammatica che la sopravvivenza stessa del paese sembrava messa in discussione, non essendoci nuovi matrimoni e, dunque, nuove nascite.
Un giorno, un linguista del posto, propose di cambiare questa parola, sostituendola con due parole differenti. Così organizzò un'assemblea generale, per mettere definitivamente fine a questa bizzarra quanto drammatica situazione.
Ma il caso volle che la parola “sostituire” significasse, nella lingua del paese, anche “disprezzo”. Così, quando il linguista disse di voler sostituire la parola esistente, la platea pensò di essere disprezzata e andò su tutte le furie. La gente iniziò ad aizzarsi contro il povero linguista tirando sedie e quant’altro, finchè, il poverino, non stramazzò al suolo esanime.

It's a hard life folks.

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