Ok, lo so, siete stanchi di sentir parlare sempre benissimo di questa città. Ma anche Bergen, come tutto il resto del mondo credo, ha i suoi lati negativi.
Per esempio, la vita è cara. Anzi, di più. L'abbonamento dell'autobus costa oltre 40 euro al mese, con riduzione studenti intendo. E al supermetcato sei costretto a comprare la marca più infima, rischiando di avvelenarti ogni volta, perchè proprio non puoi permetterti di comprare altro. Non parliamo degli alcolici poi. Una birra in un pub può costare anche 10 euro. Si, esatto, 10 euro una cazzo di pinta. E' proprio per questo che abbiamo preso qualche decisione importante nell'ultima settimana.
Io, Tappo, Dario, Andreas e Trystan stiamo facendo la nostra birra. 22 litri di birra fatta in casa, con le nostre mani.
Riposano nella stanza di Tappo, e gorgogliano tutta la notte aspettando di finire la fermentazione.
E' l'unica soluzione qui e, come già accennavo, non siamo i soli a farlo. D'accordo, la qualità non è chissacchè, ma è pur sempre birra dopo tutto.
Ce ne sono anche altri. Di lati negativi intendo. Ma ora sono troppo preso da quelli positivi, mi spiace. Forse tra qualche mese riuscirò a parlarvi in maniera imparziale di questo posto, e scoprirete che, in fondo, non è tanto diverso da tutte le altre città.
Passiamo ad un lato positivo adesso.
Bergen è davvero la città della musica. C'è musica ovunque, e tutti sembrano saper suonare. Ieri sera, per esempio.
Ero in questo posticino vicino il mercato del pesce, un pub in legno con le sedie scomode e i tavoli in penombra. Il mio genere di locale, insomma. E un trio jazz suonava classici in maniera davvero sublime. D'un tratto un tale inizia ad avvicinarsi alla band. Sarà stato un ragazzo sulla trentina, alto due volte me, grasso e sudato, con in mano un boccale di birra unto del suo sudore. Noi rimaniamo in silenzio, ad osservare la scena. Così questo tizio afferra il microfono e fa quello che non ti aspetteresti mai che faccia un personaggio così. Canta. Ma non come un ubriaco o come qualsiasi altra persona normale. No. Lo fa divinamente. Con una voce profonda che ricorda le voci nere del jazz americano. Cazzo!
Rimaniamo di stucco. Tutti quanti.
Con me c'è una ragazza spagnola di madre africana. Scrive su un taccuino. Questa musica la aiuta a vagare con la fantasia, la aiuta a produrre pensieri. E non vuole lasciarli scappare questi pensieri. Così scrive, scrive, e la penna si muove a ritmo della musica, scivolando sui tasti neri e i tasti bianchi del pianoforte, infilandosi fra le dita del contrabbassista, saltellando da un piatto all'altro della batteria e facendosi cullare dalla voce di quell'angelo grasso e ubriaco.
E poi c'è Pavla alla mia sinistra.
E' arrivata da poco e inizia a parlarmi di una cosa stupenda... mi descrive il giorno del suo funerale. Un prato immenso, musica gitana, gente che beve e si diverte. Cazzo è proprio come vorrei che fosse il mio. E poi il suo corpo nudo nella terra. A seguire un antico rituale indiano. Un seme in bocca. Un albero in divenire.
Ve lo immaginate? Essere lì, distesi su un letto di terra, sotto coperte di terra, insomma, terra ovunque. E insetti, e altre cose. E questo piccolo seme nella vostra bocca, che, piano piano, giorno dopo giorno, cresce. E il tuo corpo sono le sue radici. E il suo corpo è il tuo nuovo corpo.
Dicono sia come rinascere. Come se la tua anima trasmigrasse nell'albero.
Non so se lo farei anch'io. Metti che piantano un cactus poi?
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ahahahhaahha un cactus!
RispondiEliminaio non sono per niente stanca di sentirtene parlare bene....vivo con te questa esperienza realmente (e cmq sei bravo a scrivere..rendi benissimo le sensazioni), solo c'è l'amara consapevolezza (e l'invidia, lo ammetto) di essere lì e non poterci essere....e vabbè, pensaci tu a farmici stare là =)
a Piè e c'hai rotto co sto stile pseudo-baricchiano!! :P
RispondiEliminae cmq.. ma è tutto in legno in questa cazzo di città?! mai sentito parlare di cemento armato??
ahuahuhauauhahu
RispondiEliminainnanzitutto per uno che non sa scrivere il baricchiano è lo stile più facile da scopiazzare:P
e poi si cazzo, è tutto in legno! questo è il bello, ma anche il brutto... pensa che stanno azzeccatissimi con gli allarmi anti-incendio, sono dappertuttoooooo! per fortuna qui li copriamo con i calzini... ma questa è un'altra storia:P